Per la rassegna “CIBO PER LO SPIRITO“, da Mercoledì 27 settembre 2017 l’Osteria Numero 2 è strafelice e fierissima di ospitare la personale
“ … Aspettando Carnevale… ”
– Temporanea e Fugace Esposizione di Lavori dell’Artista Alberico BERICO Zanini –
Qualcuno lo ha definito il più grande pittore surrealista veronese del Novecento.
Di sicuro c’è che Alberico BERICO Zanini è pittore e uomo di carattere forte e deciso. Artista che ha lavorato con coerenza espandendo la paziente ricerca lungo gli affascinanti sentieri del surrealismo. Dipinge con leggere velature che si alternano tra ombre e luci, chiaroscuri, scampoli di cromie attraversati da un sottile gioco di tinte ora più vibranti ora più smorzate, che offrono alla composizione la progressione del racconto nato dalla consuetudine di saper esercitare insieme il pensiero e la mano. Il suo disegno è fondamentale nella campitura della superficie dove il tratto è una parte vincente e le figure sono protagoniste assolute del palcoscenico della vita, attraenti come i temi dominanti legati al succedersi dell’esistenza umana: allo svolgersi e riavvolgersi del sentimento, allo scorrere inesorabile del tempo, al sacrificio di difendere e proteggere gli ideali in cui crediamo, all’incessante lotta tra il Bene e il male.
L’Artista mostra un’infinita apertura al mondo dell’onirico, nato da un’illimitata e imprevedibile visione interiore che espande l’immenso e magico pensiero in immagini ora realistiche ora impregnate di lirismo: come un cantastorie popolare descrive l’infinito poema della vita, dell’amore, di sogni, desideri, speranze che sono un punto d’incontro tra vita e morte, tra materia e spirito, tra terra e cielo.
Alcuni ‘percorsi’ e temi cari allo Zanini sono e sono stati il “Ciclo delle Corride“, le rappresentazioni di “Piazza Erbe della sua Verona“, la “Vita di San Francesco“.
Ognuno di noi può riconoscersi nelle presenze, nelle maschere, nella coralità di ballerine, toreri, musicisti, modelle, dogi, alieni, cavalli lanciati al galoppo verso l’immaginazione di un dipingere che minimizza disagi, problematiche, crisi sociali per ricordarci che l’Arte è soprattutto musica, eco dolce e solitaria di estenuanti, languide serenate.
(Tratto e rielaborato su pensieri e note critiche di Marifulvia Matteazzi Alberti)
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